Sono davvero tanti i caregiver di gatti che si sentono intrappolati nella situazione in cui Micio rifiuta qualsiasi tipo di cibo loro provano a proporgli.
I gatti possono avere gusti difficili e talvolta mostrare una certa “testardaggine” nei momenti del pasto. Le motivazioni che li portano a rifiutare l‘alimento possono però essere diverse e non sempre collegate ad una semplice questione di gusti: talvolta, possono nascondere delle vere e proprie patologie.
Vediamo dunque come capire perchè Micio non vuole mangiare e cosa possiamo fare per invogliarlo.
Partiamo dalle sue origini
il gatto è un carnivoro stretto, ciò significa che tutti i suoi sensi si sono sviluppati per essere un efficiente predatore che si deve nutrire di carne e tessuti animali. Non solo l’udito, la vista ed il tatto gli sono utili durante la fase di cattura della preda ma anche l’olfatto ed il gusto giocano un ruolo fondamentale, soprattutto quando arriva il momento del pasto.
Questi ultimi due sensi possiamo definirli interdipendenti poichè per mangiare il gatto si affida prima di tutto all’olfatto, il quale si sviluppa fin dalla nascita con le sue 200 milioni di terminazioni olfattive: il gattino si orienta verso la mamma per nutrirsi e già nei primi due giorni è in grado di evitare gli odori sgradevoli. L’olfatto viene quindi utilizzato per:
- comunicare
- relazionarsi
- cacciare
- scegliere il cibo
Al contrario, il senso del gusto è poco sviluppato: la lingua del gatto conta circa 500 papille gustative (contro le nostre 9mila!) ed è in grado di percepire bene i gusti amaro, acido e salato, fondamentali per comprendere – unitamente all’olfatto – se una preda può essere mangiata oppure è avariata.
Questo stesso procedimento viene applicato dal nostro Micio domestico sul cibo che gli proponiamo ed ecco che possiamo trovare la prima motivazione di un suo rifiuto: l’alimento è avariato o di qualità scarsa.
Ma il gatto è anche un animale tendenzialmente neofobico: tutto ciò che gli è sconosciuto, anche un cibo se non l’ha mai provato prima, può provocare insicurezza ed un conseguente diniego. Ecco perchè può rivelarsi molto utile esporre un gattino a diverse tipologie di cibo nei suoi primi mesi di vita, facendoglI provare anche delle alternative naturali (come della carne di pollo, pesce bianco, pesciolini essiccati) per far sì che non si “fossilizzi” su un’unica tipologia di alimento e soprattutto non solo croccantini. Ne risulterà quindi un gatto più aperto a sperimentare diverse tipologie di cibi, riducendo le probabilità di rifiuto su diversi alimenti.
Non sempre però si tratta di una questione di gusti
In alcune situazioni il non voler mangiare può dipendere da fattori esterni, nell’ambiente di casa e/o nella convivenza con altri gatti o animali.
A partire dalle ciotole stesse che utilizziamo per dare da mangiare al nostro gatto e dalla loro posizione. È preferibile, infatti, utilizzare delle ciotole in materiali come la ceramica o l’inox, dalla forma abbastanza ampia e con i bordi bassi per non dare fastidio alle vibrisse. Queste ciotole dovrebbero essere lavate quotidianamente per eliminare i residui di cibo, i quali possono far proliferare batteri ed emanare cattivi odori: tutte problematiche che terranno Micio ben lontano dal luogo del pasto!
Anche la posizione della ciotola all’interno dell’ambiente di casa è importante: si consiglia infatti di collocarla lontano dalla lettiera, in un luogo non troppo affollato e di passaggio (come l’ingresso di casa o il corridoio); sono preferibili delle postazioni tranquille, anche rialzate da terra, dalle quali il gatto può controllare tutta la stanza, comprese persone ed altri gatti o animali presenti.
QUESTIONI SOCIALI
Il gatto infine non ama i pasti condivisi con altri gatti
Da buon animale solista quale è, preferisce mangiare lontano dai conspecifici, che nel momento del pasto possono essere visti come una minaccia alla sua risorsa tanto da farlo desistere dal cibarsi regolarmente.
Talvolta il rifiuto del cibo può essere dovuto ad un’errata gestione della routine con l’umano di riferimento. Pensiamo ad esempio ad un gatto che viene sovralimentato, magari nel caso in cui ci siano più persone che gli danno da mangiare. Oppure un gatto che, miagolando in cerca di attenzioni, viene continuamente rinforzato inadeguatamente dalla persona con degli snack fuori pasto per metterlo a tacere.
Anche la gestione del cibo in generale dovrebbe far parte della routine quotidiana e dell’arricchimento ambientale della casa. Una buona idea di gestione potrebbe essere ad esempio fornire tante postazioni cibo nelle quali suddividere la dose corretta di croccantini da lasciare a disposizione per la giornata, mentre lasciare i pasti umidi “ad orario”, dopo una bella sessione di attività di gioco predatorio.
Convivenze fra gatti difficili, caldo estivo, cambiamenti della routine, cani o persone (e bambini) che disturbano i momenti del pasto possono altrettanto essere una valida motivazione al rifiuto del cibo: ecco perchè diventa di fondamentale importanza dare a Micio dei luoghi tranquilli dove consumare il suo pasto, arricchendo la sua quotidianità con un ambiente a misura di gatto ed attività fisica per mantenerlo sano ed in forma.
Infine, se escludiamo le situazioni precedenti, è bene fare molta attenzione a tutti quei casi in cui il gatto sembra sofferente, il pelo è rovinato, oppure dove ci sono sintomi come nausea, vomito, salivazione eccessiva o dimagrimento. In tutti queste situazioni non bisogna esitare a chiedere aiuto al medico veterinario di fiducia!
Come invogliare il nostro gatto inappetente a mangiare?
Se siamo sicuri di aver scelto un cibo di ottima qualità, posizionato bene la ciotola e soprattutto che sia in salute, ecco alcuni stratagemmi da provare:
- aggiungi alla ciotola di Micio una piccola fonte di grassi: essendo carnivori, per loro i grassi animali sono molto gustosi. Si possono usare piccole quantità, giusto per insaporire, di lardo, olio di salmone o strutto (attenzione a non sbilanciare la dieta!);
- i nostri piccoli carnivori sono veri amanti del sapore Umami, ovvero quello correlato ai tessuti animali: alla ciotola si può quindi aggiungere una piccola quantità di parmigiano, patè di acciughe, vongole, gamberetti o brodo di ossa;
- i gatti vanno pazzi per le olive poichè contengono una sostanza simile a quella presente nell’erba gatta – il nepetalattone – che ha effetti eccitanti: un po’ di olio di oliva, patè di olive oppure olive denocciolate possono diventare una golosa aggiunta per invogliarlo a mangiare;
- se però il nostro gatto non è un amante delle aggiunte naturali, in commercio esistono degli insaporitori per il cibo sotto forma di polverine: basta aggiungerle alla ciotola di umido o croccantini per stuzzicare il palato dei gatti più difficili;
- abbina i momenti dei pasti all’attività di gioco predatorio: sarà molto più appagante mangiare la sua “preda” dopo averla catturata;
- ricordando infine che Micio “mangia” con il naso, è possibile scaldare leggermente il pasto umido per renderlo tiepido (oppure aggiungendoci dell’acqua tiepida): ciò aiuterà a sprigionare il profumo, rendendolo più appetibile!
Martina Silvestri – Consulente in Cultura Felina© – Attività in Provincia di Gorizia e Udine