I nostri gatti vivono più a lungo rispetto a 20 o 30 anni fa: questo grazie ad una migliore attenzione rispetto all’alimentazione e ad un maggior controllo della loro salute.
Un gatto allo stato libero vive in media 5 anni, mentre un gatto domestico arriva in media ai 12-15 anni (con casi record di 20 o più anni!).
Dunque, ad oggi possiamo definire maturi i gatti che hanno raggiunto i 10 anni, mentre sono considerati anziani quelli di età compresa tra gli 11-14 anni e geriatrici quelli di 15 anni e oltre.
Con l’avanzare dell’età possono iniziare a comparire i primi cambiamenti fisici e psicologici i quali possono avere delle conseguenze sugli schemi di comportamento, ad esempio:
- Riduzione della capacità sensoriali (olfatto, udito, vista, gusto)
- Difficoltà di adattamento (stress cronico)
- Unghie fragili e non più retrattili
- ed altro.
Ecco per quale motivo potremmo osservare una progressiva:
- Riduzione del comportamento predatorio
- Periodi di sonno più lunghi
- Riduzione dell’appetito
- Diminuzione della pulizia
- Aumento delle vocalizzazioni
- Maggiore attaccamento all’umano di riferimento
È comunque importante la consapevolezza che i cambiamenti nel comportamento possono essere conseguenza di uno stato di salute compromesso: per tale ragione si raccomandano delle visite veterinarie periodiche unite ad una maggiore attenzione da parte del proprietario nell’individuare i primi segnali che indicano un possibile malessere (perdita di peso, rigidità, minzioni o defecazioni inappropriate, aggressività, ecc.)
Data la necessità di un monitoraggio regolare, si potrà notare come un gatto anziano trovi più difficile mantenersi pulito. I proprietari potranno quindi aiutarlo attraverso delle sessioni di spazzolatura quotidiana, le quali aiutano a rimuovere i peli morti impedendo che vengano inghiottiti e che formino dei boli di pelo nello stomaco. Spazzolare aiuta inoltre a stimolare la circolazione sanguigna e le secrezioni delle ghiandole sebacee, mantenendo così la cute ed il pelo più sani.
É necessario fare attenzione ed essere delicati poiché la pelle del gatto anziano tende ad essere più sottile e meno elastica.
In età avanzata inoltre i gatti sono meno in grado di ritrarre gli artigli ed utilizzare il tiragraffi, motivi per i quali le unghie potrebbero crescere troppo ricurve e rimanere incastrate nei tappeti. Pertanto, anche le unghie dovrebbero essere monitorate e spuntate al bisogno (con i giusti consigli del veterinario o di un toelettatore specializzato sulla corretta prassi e modalità di taglio).
Anche per quanto riguarda la pulizia della zona occhi, naso ed orecchie potrebbe essere necessario l’intervento del proprietario. Per queste e le altre manipolazioni sopra citate si consiglia di abituare il gatto fin da giovane: così che diventino familiari e non motivo di stress, attraverso un percorso graduale che lo porti a tollerarle senza esserne spaventato.
Il gatto anziano potrebbe avere meno appetito a causa di un’alterazione dei sensi dell’olfatto e del gusto. Per stimolarlo ad alimentarsi possiamo offrire del cibo in minor quantità ma più spesso (ad esempio da 3 a 5/6 pasti al giorno), scegliendo una zona pasto tranquilla e scaldando leggermente il cibo per aumentarne l’appetibilità.
Proporre del cibo morbido o aggiungere dell’acqua alle crocchette può aiutare i gatti anziani con problemi dentali e ritualizzare il momento del pasto stando assieme al proprio gatto può farlo sentire più al sicuro e supportato.
Prendersi cura di un gatto anziano non significa soltanto monitorare i segni di salute e curare l’alimentazione: anche l’esercizio fisico e mentale è importante e sono delle attività che possono mantenere e prolungare un buon stato di salute.
Proporre della regolare attività aiuta a mantenere la massa muscolare ma anche la circolazione e le funzionalità della vescica e dell’intestino.
La tipologia di attività proposta dovrebbe essere appropriata per l’età e le capacità fisiche del singolo gatto. Può essere interattiva o solitaria e prendere la forma di un gioco predatorio, di esplorazione di nuovi oggetti o di problem solving e ricerca del cibo.
Con un gioco a cannetta da pesca, ad esempio, possiamo stimolare il comportamento predatorio facendo muovere il target al suolo, simulando i movimenti di una tipica preda del gatto. Anche le scatole in cartone possono essere adatte ai gatti anziani: incoraggiandolo all’esplorazione ed alla ricerca, è possibile fargli trovare una parte della sua razione giornaliera di cibo all’interno di una scatola.
Se il gatto però ha un giocattolo preferito, non c’è motivo di rimuoverlo quando invecchia: piuttosto si può adattare il suo utilizzo in base alle capacità motorie del gatto in questione.
Anche le altre risorse presenti in casa possono, con il tempo, essere adattate per renderle più facilmente fruibili dal gatto anziano. Se ad esempio ha difficoltà a salire le scale per raggiungere una risorsa come la cassetta igienica, potrebbe preferire averne un’altra più semplice da raggiungere al piano dove trascorre più tempo.
Le lettiere coperte inoltre potrebbero diventare difficili da utilizzare, mentre le lettiere aperte con dei bordi bassi consentono un passaggio più agevolato.
Se il gatto anziano ha la possibilità di uscire all’esterno è consigliabile fornire una cassetta igienica anche all’aperto, così da poter controllare meglio le abitudini di eliminazione e di conseguenza lo stato di salute.
Sempre per quanto riguarda il giardino, per evitare che altri gatti entrino nel suo territorio e gli impediscano delle uscite serene (con la sensazione di non essere più in grado di difenderlo), può essere protetto con delle recinzioni.
Il gatto anziano potrebbe iniziare a fare difficoltà nell’utilizzo di tiragraffi verticali; pertanto, dovrebbero essere fornite delle superfici alternative che gli consentano di marcare attraverso le graffiature, come i tiragraffi orizzontali. Se ne possono trovare di diverse tipologie come quelli fatti in cartone o in corda e se il gatto ama ancora le postazioni alte si possono sistemare anche lì, purché gli venga facilitato l’accesso attraverso gradini o rampe rivestite in corda.
Ciò vale anche per le cucce e le zone di riposo: posizionare delle piattaforme di accesso semplificato gli consentirà di raggiungerle senza doverci rinunciare a causa della rigidità o debolezza delle articolazioni.
Inoltre, la temperatura corporea del gatto si abbassa con l’avanzare dell’età. Se il gatto anziano è solito utilizzare una sedia, il divano oppure il letto del proprietario per dormire, può essergli utile una coperta termica oppure una cuccia morbida ed imbottita. Le aree di riposo dovrebbero comunque essere sempre accessibili e lontane da rumori forti o altri animali domestici che potrebbero disturbare il sonno.
I gatti anziani possono soffrire di demenza senile felina
Nota anche come disfunzione cognitiva (CDS – cognitive dysfunction sindrome), può influenzare la memoria, la consapevolezza, la reattività ed essere causa di ansia. Solo un veterinario può diagnosticare il CDS ma è importante per i proprietari di gatti anziani saper riconoscere i cambiamenti comportamentali al fine di offrire tutto il supporto possibile al proprio gatto in questa fase della sua vita:
- Disorientamento temporale e spaziale
- Vocalizzazioni eccessive
- Eliminazioni extra lettiera
- Aumento dell’irritabilità e dell’ansia
- Difficoltà di apprendimento e memoria
- Attività ridotta, vagabondaggio, poca reattività agli stimoli
Il CDS purtroppo non è curabile ma può essere adeguatamente gestito attraverso degli interventi ambientali e di relazione umano-gatto come, ad esempio, il mantenimento di uno stile di vita sano (anche dal punto di vista alimentare parlando con un veterinario esperto in nutrizione) fornendo stimolazioni mentali positive ed esercizio fisico.
Vanno possibilmente evitati cambiamenti improvvisi nella routine quotidiana, cercando di non spostare nulla delle sue risorse e dei mobili presenti oppure attuando queste modifiche in modo graduale.
Infine, l’introduzione di un nuovo gatto o cane (specie se cuccioli) può essere altamente stressante per un gatto anziano, perciò è sconsigliabile e dovrebbe essere evitata.
Martina Silvestri – Consulente in Cultura Felina®️